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Myra's InterVieW with Antonio Urzi - ''Metal Couture and Alternative Fashion''

Posted by Budi on Sunday, September 4, 2011



PAST




Nasce a Livorno il 7 luglio 1973.
Si avvicina al mondo dello spettacolo nel 1984 ,quando in Italia esce per la prima volta il film storico BREAK DANCE.
Quello stile, quel ballo unico, fantastico e creativo,diventa parte integrante della sua vita.
Nello stesso anno dell'uscita del film, entra a far parte del primo gruppo italiano di breakin :
"THE BREAK BOYS".

All’età di 17 anni entra nel mondo delle discoteche come performer . La passione per la musica elettronica, lo spettacolo, il cosmo e la fantascienza, i cartoni animati made in Japan, sono gli elementi che lo spingono a realizzare abiti e costumi per il mondo della notte dallo stile unico, per performer e ballerine , oltre a continuare la sua passione...LA DANZA.

Nel 1998,conosce per caso la show-girl Natalia Estrada e il coreografo Valeriano Longoni. Entra così pian piano nel mondo della televisione con successo realizzando abiti con materiali alternativi alle comuni stoffe come alluminio e materie plastiche per personaggi tv e corpi di ballo, sia in Mediaset che in Rai. Oltre alla realizzazione di capi ed accessori per il mondo dello spettacolo,si specializza alla progettazione e realizzazione di complementi di arredo, installazioni e scenografie permanenti (discoteche, negozi di abbigliamento, fiere ecc…) affermandosi anche in questo caso, per le particolari tecniche di lavorazione dei materiali.

Grazie anche ad un fotografo, oggi suo caro amico e collaboratore Vittorio Jannuzzi, inizia a fare copertine e servizi fotografici un po da per tutto, conquistando la curiosità di molte celebrità tv italiane.

Può sembrare strano ma non ha fatto scuole di moda o di design per arrivare a realizzare quello che fa'. eppure riesce a progettare qualsiasi cosa o abito che sia, sempre con il suo stile ovviamente, che è quello che lo contraddistingue dal numero sempre più crescente di fashion designer... addirittura trova soluzioni e realizza abiti ed accessori per gli allievi di note scuole di design internazionali.

Ha fatto solamente due anni di liceo artistico a Pisa, specializzazione in arte del vetro, ma insoddisfatto delle materie e della metodologia "ortodossa" applicata all'insegnamento, decide di terminare le frequentazioni. Per caso, inizia a lavorare proprio in una vetreria d'arte a Livorno dove inizia a lavorare il vetro e lo specchio per arredamenti, specializzandosi nel taglio e nella molatura....inizia così a conoscere gran parte dei materiali che oggi impiega nelle sue sculture da indossare.


PRESENT 


InterVieW


Thank you 4 being with me today Antonio

1.      Descrivimi il bambino Antonio Urzi ...


- Antonio Urzi  era un bambino fantasioso e sognatore. Appassionato fin dalla età di 8 anni di archeologia, di spazio,visita extraterrestre e UFO, ma anche  di cartoni animati giapponesi come del resto gran parte dei bambini nati negli anni '70. Ma un'altra passione che ha segnato la mia infanzia è stato il break dance: dall'uscita in Italia del film storico Break Dance nel 1983 inizio a praticare quella danza straordinaria con risultati eccellenti fino ad essere ingaggiato all'età di 10 anni da un gruppo di breakers .Le soddisfazioni iniziano ad arrivare: inizio a esibirmi in molte discoteche come un vero professionista.

2.      L’uomo Antonio Urzi di oggi ...


-Antonio Urzi di oggi è lo stesso di allora, a differenza che, con il passare degli anni è riuscito a trasformare e  impersonificare quelle passioni attraverso l'arte creativa della costumistica specializzata.


3. Ti definiresti artista o designer?


-Sinceramente mi definisco un artigiano. Molti mi chiamano artista, perchè in qualche modo riesco a realizzare delle vere e propie opere d'arte, sculture indossabili. La denominazione di designer oggi si impiega un pò per tutto, troppo ortodossa per i miei gusti come definizione.

4. Quando hai sentito per la prima volta l'urgenza di diventare artista/designer?


-Tutto è nato per gioco nell'ambiente della discoteca. Nel 1991 ho iniziato a lavorare come performer in una nota discoteca della Toscana , il Club Imperiale di Tirrenia, a Marina di Pisa. La prima discoteca di tendenza in Italia  mezzanotte-mezzogiorno. In quel periodo questo locale era molto trasgressivo, quindi dovevo trovare una soluzione idonea per rapire l'attenzione sia dei direttori artistici che del pubblico; così nascono i primi costumi di stile futuristico/robotico luminescenti. Erano delle sorte di armature futuristiche che mi realizzavo durante la settimana,  il mio cavallo di battaglia. Ballerine e performers  che venivano a lavorare,  mi chiedevano spesso di realizzare costumi di scena per le loro esibizioni.



5.    Quale è stato l’elemento importante che ti ha fatto ‘’innamorare'' del concetto ''futuristic fashion'' ?


L'elemento fondamentale che mi ha fatto innamorare del futuristic fashion è stato un periodo 
particolare della mia vita, dove periodicamente sognavo fantastici e stravaganti abiti indossati da donne bellissime di chissà quale luogo nel futuro o dell’universo.


6. Com'è nata la prima collezione e quali tecniche hai utilizzato?


In tutti questi anni ho sempre creato pezzi unici,  Ma nel gennaio di questo anno ho creato  una vera collezione per un evento spettacolare  sud America:
Grazie alla collaborazione di alcuni amici italiani e latino-americani  abbiamo organizzato un evento straordinario di beneficenza per aiutare i bambini delle Ande argentine. L'esito è stato straordinario tra media e celebrità. In questo caso ho usato una tecnica di assemblaggio particolare anelli di alluminio di un centimetro di diametro assemblati a cabochon colorati con taglio tipo pietra preziosa.


  7. Quale designer ti hanno influenzato nella carriera?


Non avendo mai frequentato scuole di moda o di design, non mi sono mai ispirato a stilisti o designer famosi. Non ne conoscevo nemmeno per nome e a dire la verità tanto meno mi interessavano. Ho sempre messo in pratica la mia inventiva. nel 1992 , già da qualche anno lavoravo in una vetreria artistica, dove avevo la specializzazione nel taglio e della molatura a mano del cristallo e dello specchio. Conoscendo moltissimi materiali d'impiego, cercavo di utilizzarli per la realizzazione di accessori per il mio grande sabato sera in discoteca. Solo dopo qualche anno, scopro per caso che esisteva un Paco Rabanne e un Thierry Mugler che realizzavano cose simili alle mie... Non nascondo lo stordimento che ho avuto al momento della scoperta... pensavo di avere la novità in tasca....

8. Ci racconti un sogno realizzato ed uno che ancora vorresti realizzare?


Non ho mai avuto sogni particolari in passato, perchè ho sempre lavorato senza programmare delle mete o traguardi da raggiungere.Ho preso sempre tutto alla leggera, perchè mentre realizzavo capi esclusivi per il mondo della notte, ho sempre lavorato in ambienti completamente diversi della costumistica specializzata. Dopo la vetreria d’arte di Livorno, dove sono nato,  ho lavorato come parrucchiere da donna dal 1994 al 1998, e comunque continuavo l’attività di performer ogni week-and in discoteche di tutta Italia. Uno che vorrei realizzare? Sinceramente prima di prefissarmi un sogno vorrei capire il mio ruolo all'interno del fashion sistem oggi, un campo minato…





9. Pur essendo un giovane designer puoi già vantare un portfolio molto interessante, formato da abiti futuristici e molto interessanti. Dove trovi l’ispirazione per le tue creazioni e come gestisci il processo creativo?


Sono un giovane designer ma il tempo passa anche per me.facendo un conto degli anni sono la bellezza di 20 anni circa che lavoro in questo campo, e l’ispirazione nasce dalle sperimentazioni che anno dopo anno pratico. Lavoro molto per performers,per servizi fotografici ecc, dove spesso sono proprio  i clienti a chiedermi di realizzare capi ispirati a tizio o a caio, e li sta a me stravolgere tecniche di lavorazione e materiali, dare una evoluzione a quello che già c’è, perché di fatto esiste già tutto.


Molte creazioni però sono frutto del mio attento studio dei nuovi materiali:
per me sono molto importanti per dare un’anima ed uno spirito al costume che devo creare.
Nel 1998 in un nota discoteca del nord conosco un ballerino di mediaset. Come spessa accadeva i miei costumi attiravano l'attenzione di tutti, ma questo ragazzo fu colpito talmente tanto che mi fece conoscere dopo qualche giorno la showgirl spagnola Natalia Estrada,



10. Qual’è il progetto a cui ti senti maggiormente legato ? WhY?


Attualmente sto lavorando ad un progetto molto importante di cui non posso accennare niente…top secret!

11. Come si distingue una vera collezione a edizione limitata da un semplice trend?


La differenza tra una vera collezione a edizione limitata e un semplice trend sta nella capacità dell’artista di lavorare i materiali d’impiego,  ad esempio : io posso realizzare una collezione di jeans streetwear per stare conforme alle “regole di mercato” , ma  con lo stesso materiale posso realizzare capi sofisticati provenienti da chissà quale mondo lontano.


12. Nel panorama della moda italiana ed internazionale, quali sono le tue fonti?


Non ho fonti d’ispirazione. In questo periodo non nascondo che sto molto attento a ciò che propongono gli stilisti con le loro collezioni e ciò circola nel mondo della moda, ma non perché cerco idee:


Ho scoperto con amarezza, che molte delle mie creazioni che ho relizzato in passato sono diventate cavallo di battaglia per due o tre nomi internazionali,perché in passato con il desiderio di collaborare con marchi più o meno prestigiosi, con ingenuità , mandavo mail di proposals direttamente a stylist più o meno noti… il risultato è chiaro ed inequivocabile.


13. Pensi che è importante un fashion-blog? Cosa dovrebbe avere uno per aver’ successo?


Per me è importantissimo un fashion blog, perché comunichi con il mondo intero e tutti possono vedere, informarsi, curiosare,scoprire le nuove tendenze, ma  può essere anche un ottimo strumento promozionale per creativi e giovani designer, come lo stai facendo tu nei miei confronti.

14. Cosa rappresenta il Made in Italy per l’industria fashion?


Per me rappresenta la storia della moda moderna nel mondo.


15. Se tu non facessi questo, nella vita, ora dove saresti?


In giro per il mondo per la mia seconda passione, ovvero quello di filmare con la videocamera Astronavi.


Vivo una esperienza molto forte che mi accompagna fin da piccolo che oggi mi permette di filmare costantemente queste straordinarie manifestazioni ovunque io mi trovo, e ogni tanto vengo  invitato in congressi internazionali come relatore dai massimi esperti e studiosi del fenomeno in questione.Ma questa è un’altra vicenda.

16. Your favourite outfit by Antonio Urzi Brand?


Jeans and  black t-shirt .

17.     Descrivimi le tue emozioni mentre sei sul backstage  ... Quant'è importante il lavoro di squadra sul backstage? Relazione modella - abito by ''Antonio Urzi''?


Quando sono sul backstage sono molto serio e determinato per far si che tutto si svolga per il meglio. Si crea un feeling  strano tra la modella e l’abito,  una sorta di magia dove la modella riesce alla perfezione a dar vita a ciò che indossa. Ovviamente è importantissimo se non vitale il lavoro di squadra,una buona intesa con il makeup , l’haird. E il fotografo, di cui quest’ultimo ha il ruolo principale perché deve riuscire a cogliere con un solo scatto tutte le emozioni che ci sono dietro ad una semplice e apparente posa, un lavoro intenso di ore raccontate con una immagine... non è per niente facile.


Ho vestito direttamente e indirettamente molte vip e celebrità in passato e recentemente, e sono molto onorato di avere queste costanti collaborazioni.


Voglio ricordare con piacere  la mia prima “modella d’eccezione”, la show girl spagnola Natalia Estrada, fantastica e unica nel suo genere per la grande disponibilità che ha avuto nei miei confronti.


Poi, ho lavorato con molte altre, tra cui ricordo un fantastico servizio con Elisabetta Canalis e Maddalena Corvaglia nel periodo di Striscia, le letterine di passa parola tra cui una giovane Ilary Blasi, Moran Atias, Filippa Lagerback,Vanessa Incontrada, ecc ecc… ultimamente una mia creazione è stata indossata da Belen Rodriguez per una pubblicità grazie alla richiesta di una nota stylist pubblicitaria.


Come non citare Naomi Campbell fotografata da Giampaolo Sgura, dove ha indossato delle mie creazioni metal couture.





18. Il posto più bello del mondo dove vorresti fare un ‘’shooting’’?


- Farei volentieri un servizio fotografico sulle Ande Argentine perché ci sono dei colori e contrasti unici nel loro genere, che con le mie creazioni verrebbe fuori un lavoro straordinario.

19. La donna ideale per te?


Dopo anni di avventure l’ho trovata identica. Stesse passioni, stesse esperienze di vita.
Una ragazza “normale” andrebbe fuori di testa a stare con me…

 20. Il momento preferito del giorno?


Dopo cena, perché ho modo di rilassarmi e riflettere sulla giornata  appena passata e programmare il giorno successivo.

21. Chi vorresti incontrare e ancora non è successo?


Chi volevo incontrare l’ho già incontrato, ora aspetto la buona sorte che faccia il resto.Ho capito che nel fashion sistem e nel mondo dello spettacolo l’ipocrisia e l’arroganza ha il ruolo fondamentale.


Non serve abbastanza essere “bravi” ed originali per entrare nelle grazie delle persone.Questo mi fa forte però, perché mi da modo di prendere tutto alla leggera e vivere in armonia con tutto ciò che mi è più caro, senza mangiarmi il fegato come farebbero in molti per la voglia di arrivare.


22. Antonio Urzi ha un fascino particolare. Ad una persona che volesse diventare fashion designer, quale consigli ti senti di dare?


Mettere da parte i miti e le leggende della moda e raccontare il proprio io , trasformare i sentimenti e le propie emozioni attraverso l’arte antica della creatività. Essere umili e perseverare, perché prima o poi tutti, nessuno escluso,  possono arrivare alla meta prefissata.
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FUTURE 










Myra



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